lunedì 25 febbraio 2013

La sfida del ritorno: convegno a Domodossola

Vietato parlare solo di “fuga dei cervelli”. A Domodossola, giovedì 28 febbraio, si parlerà di ritorno. Dei cervelli dall’estero e dei giovani in montagna, con la fuga dalle città verso le aree rurali e montane, e la possibilità crescente di fare impresa in montagna, invertendo i meccanismi di abbandono e desolazione che hanno permeato la storia del Novecento delle Alpi e di molte aree del Vecchio Continente. Questi temi saranno al centro del convegno internazionale di Domodossola, promosso dall’Uncem Piemonte con la Comunità montana Valli dell’Ossola all’interno del progetto comunitario Re-Turn – nato nell’ambito del programma Central Europe - del quale l’Unione dei Comuni e degli Enti montani è partner assieme ad altre undici istituzioni, università e associazioni europee. A Domodossola arriveranno esperti di Germania, Repubblica Ceca, Ungheria, Austria, Polonia, Slovenia. “Si tratta di esperti europei e regionali – spiega Nuria Mignone, coordinatrice del progetto Re-Turn per l’Uncem -, rappresentanti delle pubbliche amministrazioni e partner di progetto discuteranno a proposito delle potenzialità e dei problemi affrontati dai migranti di ritorno, alla ricerca di soluzioni innovative per lo sviluppo regionale e per il contenimento della fuga dei cervelli”.
La conferenza sarà un’occasione di scambio delle prime esperienze sviluppate nell’ambito del progetto. Inoltre esperti e docenti di livello internazionale avranno modo di presentare i risultati più recenti della ricerca sul fenomeno della migrazione di ritorno e un’anteprima del documentario di Re-Turn in fase di realizzazione sarà mostrata al pubblico. A completamento del programma sono previsti momenti di dibattito pubblico e una mostra sulle 8 aree pilota. All’evento sarà presente anche la Regione Piemonte, con i funzionari dell’assessorato al Lavoro e i tecnici dell’Agenzia Piemonte Lavoro con cui Uncem sta collaborando. “La sfida del ritorno è la sfida che oggi tocca la montagna – spiegano il presidente Uncem Piemonte Lido Riba e il presidente della Comunità montana Giovanni Francini – dove dopo decenni di abbandono e fuga verso le fabbriche del fondo valle e le aree urbane, assistiamo a un’inversione di tendenza. Non certo omogenea e veloce, ma comunque concentrata nei luoghi dove le comunità alpine hanno compreso la necessità di una nuova organizzazione dello sviluppo socio-economico e di nuova modulazione dei servizi alla cittadinanza. Complice anche la crisi economica, si guarda alle aree rurali come zone ideali per la creazione di nuove imprese, nei settori della green economy ad esempio, del moderno turismo sostenibile e dell’agricoltura multifunzionale. Si recuperano e rivitalizzano antichi mestieri, così si ristrutturano baite e borgate, secondo un programma che anche Uncem sta proponendo. Si tratta di fenomeni socio-antropologici che dobbiamo capire, confrontare con i flussi migratori di altre aree europee, più o meno simili alle nostre. E’ una sfida che ci deve vedere protagonisti. E che può partire dalle Valli dell’Ossola, incuneate nell’Europa, luogo frontaliero per eccellenza, cuore alpino europeo”.


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