martedì 12 febbraio 2013

Stresa: «E' sempre stato un Papa vicino ad Antonio Rosmini»

Beatificazione Rosmini 2007 a Novara
Benedetto XVI ha dato il via libera alla beatificazione del filosofo e sacerdote

«E’ un gesto d’amore e di responsabilità, in cui antepone l’interesse della Chiesa a quello personale». Commenta così padre Umberto Muratore, direttore del Centro internazionali di studi rosminiani di Stresa la decisione di Papa Benedetto XVI di fare un passo indietro. «L’ho preso come un segno dei tempi - spiega il religioso - l’età media si allunga e chi ha ruoli di responsabilità deve capire se proseguire nel proprio compito sia un bene per l’opera che sta servendo. È stato un grande atto di generosità. Nel secolo scorso si dava più importanza al ruolo di servizio che doveva essere portato avanti anche nelle difficoltà. Questa scelta invece è frutto di un’epoca diversa».
 
Per i Rosminiani Benedetto XVI è colui che ha «sdoganato» alla Chiesa e al mondo la figura del loro fondatore. Fu lui l’1 luglio 2001, allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (ex Sant’Uffizio) a togliere la condanna alle «Quaranta proposizioni» che ancora pendeva sul filosofo. Fu sempre lui che l’1 giugno del 2007 ha riconosciuto le virtù eroiche di Rosmini, ultimo passo verso la beatificazione che venne celebrata il 18 novembre dello stesso anno. Quello stesso giorno, dopo la recita dell’Angelus in piazza San Pietro, Benedetto XVI definì Rosmini «grande figura di sacerdote e illustre uomo di cultura» il quale «testimoniò la “carità intellettuale”, vale a dire la riconciliazione della ragione con la fede».

«Ratzinger ha conosciuto da docente il pensiero di Rosmini in Germania, negli anni dopo il Concilio, - spiega padre Muratore - uno studioso italiano gli chiese di fare una tesi sul nostro fondatore. Lui non lo conosceva, ma si era reso disponibile a capire quale fosse il suo pensiero. Da lì iniziò un legame forte. In un convegno a Lugano nel 1985 parlò di Rosmini in un periodo in cui la sua figura poco conosciuta. E poi di recente ha citato spesso frasi di Rosmini durante i suoi discorsi». Tanti gli inviti a visitare i luoghi rosminiani a Stresa e Domodossola. «Più volte gli chiesi di venire ai nostri Simposi, ma lui ad agosto era sempre in Germani - spiega- contatti li aveva con i nostri confratelli a Roma. Quando andava a cena da Cossiga spesso parlavano di Rosmini».

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