martedì 29 novembre 2016

I 117 anni di Emma, la donna che ha sconfitto il tempo

Compleanno a Verbania per il record del mondo


IVAN FOSSATI

VERBANIIA

Il mondo passa veloce al suo fianco e la osserva con curiosità. Lei, che vive senza fretta, si lascia scrutare. Ormai senza chiedersi perché. 

Forse all’inizio qualche dubbio se lo poneva, quando le domande che si sentiva fare erano talmente banali da non avere una risposta. «Come ha fatto a vivere così a lungo?». Eh già, a saperla la ricetta.

Gioventù difficile, due guerre, moglie separata negli Anni 30 dopo essersi ribellata al marito che la picchiava, l’unico figlio perso a pochi mesi, una vita in fabbrica e gli ultimi 25 anni reclusa in un bilocale senza servizi igienici. C’è qualcosa che richiama a un elisir di lunga vita? No. Ecco Emma Morano, l’esempio perfetto del grande mistero che è la vita.  

Nonna Emma oggi festeggia 117 anni, sesta nella classifica di sempre, prima tra i viventi. Succede in Piemonte, nella Pallanza che è un salotto affacciato sul Lago Maggiore. Non c’è più nessuno nato nel XIX secolo. Nessuno tranne lei. Il suo atto di nascita è documentato: 29 novembre 1899. A Civiasco, in Valsesia. Poi il trasferimento in Ossola e poco dopo nel Verbano. Da dove non si è più mossa. Ha attraversato tre secoli e 11 Papi, ma la sua memoria è ferma a Giovanni Paolo II. Dice che vorrebbe incontrarlo, il Papa, ma il nome Francesco non le dice nulla. D’altra parte, in casa non ha radio né tv. Da qualche anno ha una badante, ma il caratterino che l’ha resa forte da giovane non l’ha mai abbandonata, tanto che la chiave dell’armadio che custodisce i suoi ricordi è ancora oggi al sicuro, nel reggiseno. Nonna Emma è cordiale, ma ha le sue regole. In casa entra chiunque lo chieda, in cambio lei risponde solo a chi le garba. E, se c’è intesa, dialoga a modo suo. Cerca di rispondere a ogni domanda, anche se il senso è sempre il solito: «Scrivete che sto bene».  

No, non è voyeurismo: Emma merita una visita. È uno spettacolo osservare i movimenti lenti di questa donna che fino a tre anni fa, di notte, si alzava dal letto e contava i pacchetti di carne tritata in frigo, nel timore che sparissero. È sempre stata diffidente: non voleva gente per casa che non fossero pochi parenti. 

Allora, qual è il trucco per arrivare a 117 anni? L’alimentazione, forse? Provate a chiedere a un medico l’autorizzazione a mangiare tre uova al giorno, la risposta sarà «no». Lei li ha sempre mangiati. Riempitevi di biscotti, gianduiotti e banane e vi schizzerà il colesterolo. Lei ha esami perfetti. Provate a non uscire di casa per 25 anni e immedesimatevi seduti su un letto con la coda di gente che viene a osservarvi. Lei ricambia coi sorrisi. A un patto: che il visitatore si presenti con un pacchetto di savoiardi. Li adora e sono il lasciapassare per un tuffo nell’Ottocento. E ditele che la vedete bene: farà un altro sorriso, perché è un po’ narcisista. Tanti auguri, cara Emma. 

da http://www.lastampa.it/

sabato 19 novembre 2016

Il vescovo di Novara Renato Corti è diventato cardinale

La cerimonia questa mattina con Papa Francesco nella Basilica di San Pietro



VERBANIA

«Caro fratello, oggi ti si chiede di custodire nel tuo cuore e in quello della Chiesa questo invito ad essere misericordioso come il Padre». È stato questo il monito di Papa Francesco lanciato questa mattina ai nuovi 17 cardinali, tra cui il vescovo emerito di Novara Renato Corti. Nella Basilica di San Pietro si è svolto il rito della creazione dei cardinali, dove i 17 nuovi nominati (16 i presenti) hanno ricevuto dalle mani del Papa la berretta rossa, l’anello e la bolla con la quale viene loro assegnato un titolo cardinalizio o una diaconia. 

Renato Corti, fino al 2011 vescovo di Novara, rientra tra i quattro nuovi cardinali che, avendo superato gli 80 anni, non potranno accedere nel Conclave. Al termine della funzione il Papa con i nuovi cardinali sono andati nel monastero all’interno del Vaticano dove vive Benedetto XVI. Nel pomeriggio le cosiddette «visite di calore» nell’aula Paolo VI, ovvero l’incontro dei neocardinali con fedeli, amici e parenti. Domani mattina poi la messa in piazza San Pietro con il Papa, celebrazione che chiuderà il Giubileo straordinario della misericordia. 

Come tradizione a ogni porporato viene assegnato il «titolo» di una chiesa di Roma. Al cardinale Renato Corti è stato affidato quello di San Giovanni in Porta Latina, basilica romana da decenni curata dai Rosminiani.

da  http://www.lastampa.it/